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Pubblicato da su Mag 24, 2018 in Poker News | 0 comments

Ancora caos in Svizzera per quanto riguarda la legge sul poker online

Ancora caos in Svizzera per quanto riguarda la legge sul poker online

In Svizzera c’è ancora molta confusione per quanto riguarda la legge federale sui giochi in denaro. La legge infatti potrebbe ottenere un “sì” durante le elezioni del prossimo 10 giugno, momento nel quale verrà discussa la moneta intera. E’ in questo clima che si è accesa di nuovo la discussione sul blocco dei giochi online effettuato dal governo e che risulterebbero facilmente rimovibile.

L’obiettivo sarebbe quello di modernizzare il paese per quanto riguarda la realtà del gioco online, rendendo i regolamento meno rigidi e aprendo quindi la Svizzera a un mercato web che frutta denaro in tutto il mondo.

Intanto però Dobler, candidato Svizzero parla così della questione:

“Non bisogna essere dei geni dell’informatica per aggirare i blocchi su internet l’ho dimostrato in 28 secondi in un video pubblicato su Twitter. Il risultato sarà un mercato nero gigantesco in cui non si vedrà un centesimo di imposte. Prendiamo ad esempio il poker. Il mercato svizzero è troppo piccolo per avere dei montepremi lucrativi. Ai giocatori rimane solo il mercato nero. Per iniziativa della lobby dei casinò svizzeri, il legislatore non ha ancora autorizzato alcun operatore attivo puramente online. Bisogna infatti gestire un casinò per poter proporre dei giochi online. Tuttavia, l’offerta dei casinò tradizionali, così lontani dall’information technology, fatica a tenere testa a quella degli attuali leader del mercato”.

“Una persona con una dipendenza che vuole assolutamente partecipare a un torneo di poker non si farà fermare da questo. Fa sorridere che la legge venga ancora venduta come prevenzione delle dipendenze. In parlamento, su pressione della lobby dei casinò, sono state del resto cancellate dalla proposta tutte le tasse per la prevenzione”.

Il blocco è presente in 17 paesi, quello che si domanda la Svizzera in questo momento è però se sia giusto seguire sempre a ruota le scelte fatte dall’UE.

 

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